Il Coordinatore nazionale del CUPLA, Gian Lauro Rossi, invia una lettera ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato. Dopo aver esaminato il testo finale della Manovra presentata dal Governo, le Organizzazioni facenti parte del CUPLA esprimono preoccupazioni.
Queste due lettere, fanno seguito a quella inviata, lo scorso 13 Settembre, al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sulla base delle anticipazioni che venivano diffuse, soprattutto riguardo ad alcune misure di carattere sociale.
I principali punti sui quali il CUPLA, richiama l’attenzione:
- Le pensioni e la loro indicizzazione
Le pensioni rappresentano il giusto corrispettivo delle contribuzioni versate dopo una vita di lavoro e debbono poter mantenere il loro potere di acquisto nel tempo.
Negli anni passati ci sono stati ripetuti interventi legislativi – l’ultimo è quello della Manovra 2023 – che hanno ridotto pesantemente l’adeguamento delle pensioni all’aumento del costo della vita ed hanno portato ad una perdita secca di circa 90 euro al mese per una pensione di 1.000 euro mensili lordi ed una perdita di circa 425 euro al mese per una pensione di 3.000 euro lordi mensili. A questa perdita si aggiunge l’impatto che l’inflazione produce sulle pensioni tramite il drenaggio fiscale, che nell’arco del periodo 2010-2023 ha provocato una perdita di 872 euro per le pensioni di 1.000 euro e di 1.893 euro per le pensioni di 3.000 euro lorde mensili.
Il d.d.l. ripropone ancora una volta percentuali di indicizzazione delle pensioni ridotte rispetto al valore inflattivo, salvaguardando solo le pensioni più basse, le quali, però, risentono ugualmente di altri fattori, quali l’inadeguatezza del sistema di rivalutazione, il drenaggio fiscale, l’aumento dei costi per curarsi. Ciò costituisce una penalizzazione ingiustificabile su persone che non hanno altre fonti di reddito.
- La Sanità
I nostri anziani si confrontano ogni giorno con le difficoltà ad essere assistiti adeguatamente dal nostro Sistema Sanitario, principalmente a causa di strutture inadeguate e della carenza di personale medico e paramedico.
Nel d.d.l. di bilancio il finanziamento standard del SSN viene incrementato di 3 miliardi di euro nel 2024, di 4 miliardi nel 2025 e 4,2 nel 2026. Tuttavia l’importo di 3 miliardi del 2024 è comprensivo anche di 2,4 miliardi per i rinnovi contrattuali del personale sanitario ed altre spese, che sottraggono fondi alle disponibilità per investire in Sanità. Così si prospetta un peggioramento del nostro SSN, anche per via della dinamica inflattiva che ha spinto in alto i costi di gestione del servizio, ben lungi dall’essere coperti dall’aumento del finanziamento e per i tagli effettuati alla sanità in questo ultimo decennio.
Se si guarda al confronto internazionale, l’Italia è agli ultimi posti in Europa per investimenti in Sanità, con Germania e Francia che superano il 10 per cento di spesa in rapporto al PIL.
Se il d.d.l. sarà approvato senza ulteriori stanziamenti per la sanità, il timore sarà quello che non si potrà ovviare alla sempre più evidente carenza di personale sanitario nel servizio pubblico, né tantomeno di medici geriatri, figura necessaria in una società che invecchia, e ci saranno difficoltà aggiuntive nell’assicurare cure adeguate e tempestive ai cittadini, che solo i più abbienti potranno ricevere rivolgendosi al privato.
- La Legge sulla Non Autosufficienza
Il CUPLA ha accolto con grande entusiasmo la Legge Delega n. 33 che mira a semplificare le attuali politiche per gli anziani e a promuovere il coordinamento dell’assistenza, cercando di ridurre la grande frammentazione che caratterizza questo settore, ed abbiamo elogiato il Governo Meloni per la tempestività con cui ha affrontato la materia, riprendendo lo schema di d.d.l. approvato dal Governo Draghi e portandolo all’approvazione del Parlamento.
Come CUPLA, la meraviglia per il fatto che nella Manovra non si prevede nessun finanziamento per dare attuazione alla Legge delega.
Le Organizzazioni facenti parte del CUPLA, unitamente al Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, rilevano che il mancato suo finanziamento, equivarrebbe a far rimanere sulla carta gli importanti obiettivi della riforma (semplificazione, domiciliarità, residenzialità di qualità), accrescendo la frustrazione dei tanti soggetti coinvolti (anziani, caregiver, familiari, operatori).
Nonostante la difficile situazione economica/finanziaria in cui ci troviamo, anche aggravata dai fattori internazionali e pur prendendo atto che all’interno della Manovra ci sono alcuni provvedimenti condivisibili, si auspica che il Parlamento possa adottare quelle necessarie correzioni e migliorie per rilanciare il nostro Paese senza penalizzare settori della società, come quello degli anziani, che tanto hanno dato per lo sviluppo delle nostre comunità e del nostro Welfare.